Durante una gara di triathlon la resilienza mentale è spesso decisiva quanto la preparazione fisica. Qual è stato il momento più difficile della gara ad Alba Adriatica e con quale strategia sei riuscito a superarlo?
Nel triathlon bisogna essere pronti a qualsiasi imprevisto e difficoltà, alcune sono prevedibili e ricorrenti come quelle fisiche ed è per queste che è necessario che la mente sia allenata a gestirle. Sceso dalla bici ho sentito subito crampi ai flessori, causa sicuramente lo sforzo eccessivo nelle prime due frazioni e una preparazione non al top. Ho gestito l’ultima frazione dosando gli sforzi per tutti i 10km, cercando un ritmo che fosse abbastanza da non perdere il vantaggio sugli inseguitori. Gli ultimi 400 metri sono stati più leggeri.
Lavori quotidianamente come riabilitatore e preparatore atletico da FisioSport: quanto questo contatto costante con la prevenzione e la riabilitazione ti ha aiutato ad impostare una preparazione più consapevole e sostenibile?
Penso che la consapevolezza del proprio corpo, nei limiti e nelle potenzialità di cui disponiamo, sia il primo modo per prendersi cura di sé in qualsiasi attività fisica e sportiva che si svolge. Nella mia giornata lavorativa, ho la fortuna di confrontarmi in modo sportivo ma anche sul benessere generale del corpo. Questo sensibilizza molto anche l’aspetto performance nella sua preparazione, perché è possibile avere feedback costanti e diretti su alcune condizioni e capacità, quindi adattare l’allenamento in termini di tipologia, qualità e volume.
Vincere un campionato italiano è un traguardo enorme, ma anche un punto di partenza. Dal punto di vista del professionista che allena altri atleti, quali principi della tua esperienza personale vuoi trasmettere a chi segui ogni giorno in palestra o in studio?
Vorrei insegnare quello che hanno insegnato a me, che lo sport è vita, è di tutti. Riempie l’anima e fa emozionare, però è fatto di sacrifici ed è per questo che a volte si odia, ma spesso si ama.
Il triathlon è spesso descritto come una disciplina “di equilibrio”: tra nuoto, bici e corsa, ma anche tra lavoro, allenamenti e vita privata. Qual è il tuo segreto per mantenere questo equilibrio senza sacrificare nessuna delle tue passioni?
Più che segreto è una fortuna, avere attorno famiglia e amici che mi vogliono bene e che incoraggiano l’energia e la confusione che un triatleta si porta dentro. La fortuna di avere un team che mi sostiene in ogni occasione di crescita e vede in me una risorsa. Ma forse c’è un segreto. Come ho detto prima, si sacrifica sempre qualcosa e finché ciò che faccio saprà emozionarmi, qualsiasi sacrificio gli darà un valore, ed è grazie a quei valori che trovo l’equilibrio.